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Differenza fra Coloranti e Pigmenti per Conceria

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Coloranti e pigmenti, sebbene entrambi utilizzati per conferire una colorazione alla pelle, sono due tipi di sostanze molto differenti tra loro.   La forma di partenza sia dei coloranti che dei pigmenti è  la polvere e già qui notiamo la prima differenza.   La polvere di un colorante è  estremamente solubile nei comuni solventi (acqua compresa), quindi con una semplice agitazione si otterrà una solubilizzazione della polvere nel liquido in modo irreversibile.   I coloranti sono  sostanze generalmente di natura organica, naturali o di sintesi.  Si legano alle molecole delle sostanze da colorare in maniera stabile, grazie a veri e propri legami chimici.  A questi materiali non danno una semplice copertura di colore, come invece fanno i pigmenti, ma reagendo con esso gli impartiscono una colorazione stabile in tutta la massa.  Questo tipo di colorazione dona alla pelle un aspetto estremamente naturale, è infatti possibile vedere ad occhio nudo il fiore della pelle in tutto il suo splendore.   La polvere del pigmento invece è  incapace di andare in soluzione tramite solubilizzazione, ma avrà bisogno di un'importante azione meccanica generata da appositi macchinari denominati "mulini", i quali disperderanno la povere dentro il liquido o pasta di destinazione.  In questo caso le particelle di pigmento saranno sospese nell'impasto più o meno denso da applicare sulla pelle e anche grazie a questa caratteristica avranno un effetto coprente in grado di mascherare difetti e graffi del materiale da colorare.  La maggior parte dei colori tradizionali di Pigmento proviene da giacimenti minerali naturali e si suddividono in due grandi gruppi: organici ed inoranici  Curiosità:  perchè spesso i coloranti vengono chiamate "aniline"?   Quella che oggi noi conosciamo come tintura per pellame pregiato, è stata scoperta nel lontano 1826 da Otto Unverdorben attraverso la distillazione dei prodotti di decomposizione dell'indaco.  Inizialmente prese il nome di cristallina.  Successivamente altri chimici riuscirono ad ottenere questa sostanza per mezzo di altre operazioni di isolamento chimico ma ogni volta le veniva attribuito un nome diverso.  Nel 1834 F. Runge la isolò dal catrame, dandole il nome di cianolo.  Pochi anni dopo nel 1841 J. Fritzsche diede per la prima volta il nome di anilina all'olio ottenuto per trattamento dell'indaco con potassa caustica.  Il nome anilina deriva dal sanscrito poiché nila (tradotto ani dal sanscrito) significa indaco, il primo utilizzo nel campo della concia avviene pochi anni dopo nel 1856.

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